Considerare la persona positivamente, anche se porta valori e una visione del mondo profondamente diversi dai propri, qualsiasi cosa essa è in quel momento.
È una sorta di atteggiamento di “cura” (caring) o di “calore non possessivo” del terapeuta nei confronti dell’esperienza del cliente, che manifesta esprimendo apprezzamento, interesse, accoglienza, fiducia nelle sue potenzialità e coinvolgimento non possessivo.
Il terapeuta non è direttivo e mostra un atteggiamento di rispetto: all’accostarsi al cliente come ad una persona unica ed indipendente, con il diritto di vivere secondo il suo punto di vista.
Vi è incondizionalità , ovvero la costanza con cui il terapeuta accetta il cliente, alla misura in cui lo valuta senza ‘se’: l’atteggiamento del terapeuta non cambia nei confronti di chi si è ricolto a lui, né in funzione dello stato emotivo e del comportamento di quest’ultimo, né del proprio, né tantomeno in base a ciò che altre persone pensano del cliente.
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